Anatomia di un modulo di contatto che converte
Lo scopo di una campagna di Email Marketing
è quello di stimolare un'azione da parte di
chi riceve il messaggio. Questa azione può
essere un acquisto, l'iscrizione ad un
servizio o, in molti casi, semplicemente un
contatto.
Al termine della campagna, al momento di doverne valutare le performance e i risultati, la domanda fatidica è molto spesso: quante conversioni ci ha portato?
Nel caso di campagne volte a generare un contatto con il potenziale cliente, il percorso dell'utente che apre l'email terminerà con un modulo di contatto: l'utente ha ricevuto il messaggio, l'oggetto lo ha incuriosito ed ha aperto la mail che ha stimolato il suo interesse spingendolo ad approfondire il discorso. Una volta atterrato sulla landing page, il percorso è quasi completo: manca solo che si metta effettivamente in contatto con te.
Ogni passo del percorso dell'utente verso
la conversione va ottimizzato: l'oggetto, il
corpo del messaggio, il visual, la call to
action e la landing page devono essere
studiate e sviluppate ognuna per portare
l'utente verso il passo successivo, in modo
che il suo percorso proceda liscio e
spontaneo verso la conversione.
Nei casi in cui la conversione è
rappresentata proprio dal contatto, perché
rischiare di interrompere il percorso
dell'utente con un modulo poco intuitivo,
complesso e poco visibile?
Abbiamo raccolto in questa infografica alcuni dati interessanti forniti da Entrepreneur, da prendere in considerazione quando si progetta un modulo contatti.
